Mercoledì sera. Torno in Parrocchia per raggiungere don Jacques. Entrambi abbiamo trascorso il pomeriggio a visitare le famiglie per la benedizione natalizia. Mentre cammino per il nostro quartiere ripenso a coloro che mi hanno aperto la porta ed hanno accolto con gioia la benedizione, a quelli che l’hanno più o meno cortesemente rifiutata e a quelli che sono rimasti indifferenti… per tutti prego e offro la stanchezza che si fa un po’ sentire.
E penso: “perché facciamo questo gesto? La gente lo sa? È consapevole?”.
Non viviamo più in un contesto cristiano ma siamo ormai in una società multietnica e multireligiosa e questo fatto è una grande opportunità per non dare nulla per scontato ma “per rendere ragione della speranza che è in noi” (cfr 1Pt 3,15). La nostra fede si manifesta con la nostra vita, attraverso gesti concreti, ma se non siamo consapevoli del significato che portano rischiamo di non viverli al meglio.
Cosa significa benedire?
Benedire, deriva dal latino “benedicere”, che significa “dir bene”, dire bene di qualcuno o qualcosa, invocare il bene da Dio.
Che cos’è la benedizione?
La benedizione è in stretta relazione con la vita. Ogni vita – la vita naturale e la vita della grazia – viene da Dio. La benedizione è il potere divino che crea la vita e che la conserva. Il Catechismo dice: “Benedire è un’azione divina che dà la vita e di cui il Padre è la sorgente” (CCC, 1078). L’Apostolo Paolo lo ha espresso con bellissime parole, scrivendo nella Lettera agli Efesini: “Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetto con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo. In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto” (Ef 1,3-4).
La benedizione di Dio si muove in due sensi: respinge il potere della morte e delle tenebre, che è entrato nel mondo per mezzo del peccato, e dona all’uomo di nuovo quella vita che lo unisce con l’origine di ogni vita, con la Santissima Trinità.
Ogni battezzato è chiamato ad essere una “benedizione” e a benedire (pensiamo ad esempio alla benedizione prima dei pasti o alla benedizione dei genitori verso i figli…). Ma più una benedizione riguarda la vita ecclesiale e sacramentale, più essa è riservata ai ministri ordinati (diaconi, sacerdoti, vescovi).
La Chiesa infatti ha sempre creduto che la benedizione sacerdotale abbia un significato particolare. Già i sacerdoti dell’Antica Alleanza avevano ricevuto da Dio un potere particolare di benedire. Dio si era scelto Aronne e i suoi figli come sacerdoti e aveva fatto dir loro tramite Mosè: “Voi benedirete così gli Israeliti; direte loro: Ti benedica il Signore e ti protegga. Il Signore faccia brillare il suo volto su di te e ti sia propizio. Il Signore rivolga su di te il suo volto e ti conceda pace” (Nm 6,23-26).
In Gesù Cristo, Sommo Sacerdote della Nuova Alleanza, inviato dal Padre “per benedirvi” (At 3,26), ci è donata la pienezza della benedizione divina. I sacerdoti della Nuova Alleanza ricevono con il sacramento dell’Ordine il potere di dispensare agli uomini in nome di Gesù Cristo la “pienezza della benedizione di Cristo” (Rm 15,29). La fede ci insegna che è Cristo stesso che opera e benedice attraverso il sacerdote perché il sacerdote, in virtù del sacramento dell’Ordine, agisce “in persona Christi capitis” – in persona di Cristo Capo (CCC, 1548).
Perché si usa l’acqua benedetta?
L’aspersione con l’acqua benedetta è un segno esteriore della benedizione, quello che essa esprime e ci invita a ricordare è il nostro essere cristiani in forza del Battesimo (non è affatto necessario che la si asperga in tutti i luoghi della casa). La salvezza che Dio ci dona richiede sempre la collaborazione della nostra libertà. Ciò che allontana il male dalle nostre case è la vita buona e santa delle persone che, con l’aiuto del Signore, si mantengono unite a Lui. Soggetto primario della benedizione non sono le “cose” ma la famiglia, per questo il Benedizionale prescrive di non fare la benedizione delle case senza la presenza di coloro che vi abitano, per fugare eventuali equivoci superstiziosi.
Perché la visita alle famiglie in Avvento?
La benedizione natalizia delle famiglie è vista come una continuazione del mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio. Significa l’“ingresso” di Cristo nella nostra quotidianità, nelle nostre case, come avvenne per il pubblicano Zaccheo: “Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua” (Lc 19,5). Gesù, attraverso il sacerdote, viene a visitarci e a portarci la gioia e la pace che solo Lui può donare (cfr Lc 10, 5 e Gv 20,19).
Perché si usa fare un’offerta?
L’offerta è libera e spontanea, è segno di gratitudine ed è risposta al quinto precetto della Chiesa che ricorda che i fedeli sono tenuti a venire incontro alle necessità materiali della Chiesa, ciascuno secondo le proprie possibilità (CCC, 2043). Quanti sacrifici di coloro che ci hanno preceduti per costruire e mantenere la nostra Chiesa! Non è scontato che nel nostra quartiere ci sia, e continui ad esserci, un luogo accogliente dove ritrovarci tutti insieme per amare, pregare e lodare Dio.
La benedizione è un dono grande e bello. Prepariamoci a riceverlo con fede.
don Andrea Aversa