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Teo, Leo e la nostalgia

Cari amici,
con questa newsletter del mercoledì desideriamo segnalarvi i seguenti contenuti e appuntamenti:

In occasione della morte del papa emerito Benedetto XVI, vi invitiamo a leggere qui su Vatican News il suo testamento spirituale e qui il racconto delle ultime ore di vita con l’intervista a mons. Georg Gänswein

Venerdì 6 gennaio, alle ore 10.30, celebreremo la Santa Messa e poi faremo un brindisi insieme

Domenica 15 gennaio dopo la messa delle 10.30 giornata comunitaria con pranzo e giochi per i ragazzi. Nei prossimi giorni vi forniremo il link per la prenotazione

Qui sotto, a cura di Luigi Borlenghi, il racconto “Teo, Leo e la nostalgia”

“Ciao Teo”
“Ciao Leo”
“Buon Anno”
“Buon Anno, ma ti sento mogio, che c’è?”
“Sono turbato”
“Che c’è Leo?”
“Ho nostalgia”
“Di chi? Di che?”
“Dei momenti belli passati quest’anno”
“In greco ‘ritorno’ si dice nòstos. Álgos invece significa “sofferenza”. La nostalgia è dunque la sofferenza provocata dal desiderio inappagato di ritornare”
“Ah! Questi greci!”
“L’Odissea, l’epopea fondatrice della nostalgia, è nata agli albori dell’antica cultura greca. Ulisse, il più grande avventuriero di tutti i tempi, è anche il più grande nostalgico. Nel quinto canto dell’Odissea, Ulisse dice a Calipso, che non vuole lasciarlo partire: “So anch’io, e molto bene, che a tuo confronto la saggia Penelope per aspetto e grandezza non val niente a vederla… ma anche così desidero e invoco ogni giorno di tornarmene a casa, vedere il ritorno”
“Dovrei rileggerla l’Odissea”
“Ulisse conobbe accanto a Calipso una vera dolce vita, di agi, di gioie. Eppure, fra la dolce vita in terra straniera e all’esplorazione dell’ignoto, preferì il ritorno. All’infinito, perché l’avventura ha la pretesa di non avere mai fine, preferisce la fine, perché il ritorno è la riconciliazione con la finitezza della vita”
“Eppure siamo pur sempre proiettati al futuro”
“Non c’è niente da fare. Omero rese gloria alla nostalgia e stabilì in tal modo una gerarchia morale dei sentimenti. Penelope sta in cima, molto al di sopra di Calipso. Ulisse avrà pensato spesso a lei, Ulisse l’ha amata, hanno vissuto insieme sette anni. Eppure tutti esaltano il dolore di Penelope e irridono le lacrime di Calipso”
“Allora dobbiamo passare la vita volti all’indietro? Guardando i nostri giorni più belli sfiorire nel buio del passato vivendo di nostalgia? Rassegnarci al limite?”
“La nostalgia, il dolore della mancanza, dell’impossibilità del ritorno, ci ucciderebbe se ci fermassimo a guardare il passato. Ogni giorno felice ci ha aperto una finestra sull’eternità. La nostalgia di non poter tornare a quei momenti, ha da trasformarsi in ricerca di quell’eternità appena sfiorata”
“E tornare a mettere in mare la nave”
“Ulisse è un uomo che non conosce la Salvezza, noi sì, per questo possiamo vivere di nostalgia per la felicità sfiorata ma non rimanerne impastoiati e gettarci verso il futuro, spinti proprio da quel sentimento”
“Protesi al ritorno di Cristo or verso la luce guardiamo”
“Ah! Le monache di Vitorchiano!”
“Sì, mi è venuto in mente così, come se noi fossimo Penelope e Cristo Ulisse”
“Sontuoso pensiero Leo!”
“Meno male che, almeno tu, l’Odissea l’hai studiata … e il greco”
“Invece ho solo trovato una citazione di Milan Kundera su Facebook!”
“Ah! Eccolo il segreto di Teo! Copiare!”
“Copiare dai grandi non è una vergogna Leo”
“Davvero e comunque, ancora e senza più l’aria mogia, Buon Anno Teo”
“Buon Anno Leo”

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