«Imparate a fare il bene, cercate la giustizia (Isaia1,17)» è il tema della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (18-25 gennaio). Con la Veglia ecumenica cui ha partecipato anche l’Arcivescovo, è iniziata così a Milano la Settimana di preghiera per l’unità dei Cristiani 2023, alla quale prendono parte tanti fedeli e rappresentanti delle diverse Confessioni.
Ecco alcuni brani della predicazione dell’Arcivescovo nella chiesa evangelica valdese:
«Che cosa intende insegnare Gesù? Che cosa intende insegnare a noi in questo momento? Perché ci ha qui radunati con le nostre divisioni, le nostre stanchezze, le nostre ferite, le nostre domande? – chiede l’Arcivescovo -. L’insistenza di Gesù è per evitare di pensare la vita come una banalità, di intendere i rapporti in un modo ottuso, di guardare alle situazioni come una fatalità irrimediabile. Gesù non vuole che noi siamo fatalisti, anche se le divisioni, che ci fanno soffrire, sono serie, hanno una lunga storia, sono segnate da molte tristezze e lacrime. Non possiamo essere ottusi e dobbiamo essere vigili. Ogni situazione è occasione, ogni rapporto è un incontro, ogni momento della vita è abitato dalla gloria di Dio».
«Questa pagina di Vangelo – prosegue – ci consegna una specie di smarrimento di fronte alla pressione mediatica, alla costante malizia delle insinuazioni che potrebbe paralizzarci perché, anche se doniamo un pane o diciamo “pace”, possiamo essere fraintesi. Ma la minaccia del fraintendimento di tutto non può farci sentire esonerati dalla logica del dono. Tutto può essere mistificato e la manipolazione delle notizie è umiliante per la verità e per le buone intenzioni, ma resta il comandamento e la grazia di uno sguardo illuminato dallo spirito che continua a permetterci di camminare sulla via del Signore, di imparare a fare il bene, di cercare la giustizia».
Come rispondere, allora, a ciò che il Signore chiede qui e oggi ai cristiani? Chiarissima la risposta e, quindi, la consegna: «Ci insegna la profondità teologica del gesto minimo perché non è una cosa che dai, quando doni un pane, un vestito, una casa, ma è la rivelazione del rapporto con Gesù. Non sottovalutate quello che fate, non ritenete di essere insignificanti perché le cose non cambiano; non siate ossessionati dal fare i conti di quanti siamo. Non calcolate l’importanza del gesto minino a partire dai risultati e perciò non restate troppo delusi dall’esito. Il modo in cui Dio ci giudica e guarda è diverso da quello delle statistiche, dell’efficientismo e dei risultati. Non aspettate che cambi il mondo per capire che cosa dovete fare, non perdetevi in discussioni astratte, non accontentatevi di praticare i precetti. Questa pagina del Vangelo così sobria, incisiva ed esigente, dice che questo non è tempo di troppe parole».
AVVISI
Domenica 29 gennaio vivremo la tradizionale “domenica in oratorio” dalle 16.00 alle 18.30 giochi per i ragazzi e le famiglie. L’appuntamento con il pranzo comunitario è invece per domenica 12 febbraio
Qui potete trovare il Vangelo da colorare per i bambini