Cari amici,
con questa newsletter settimanale vi segnaliamo i seguenti avvisi:
PRANZO COMUNITARIO
Domenica 12 marzo dopo la messa delle 10.30, dove ricorderemo il nostro don Antonio Anastasio nel suo secondo anno di rinascita in Cielo, ci sarà la giornata comunitaria con pranzo e giochi per i ragazzi. Qui il link per la prenotazione entro domani, giovedì 9 marzo. In occasione del pranzo assisteremo alla presentazione del libro “Cento ripartenze” con l’autore Giorgio Paolucci
APPELLO PER LA PACE
Come anticipato nelle newsletter precedenti, il nostro Arcivescovo ha lanciato un appello per la pace. Circa 10 mila persone hanno già aderito. L’appello si può sottoscrivere per tutta la Quaresima fino al 2 aprile (Domenica delle Palme), con queste tre modalità:
1) cliccando su questo link e indicando nome, cognome e luogo di residenza
2) attraverso moduli cartacei (.docx – .pdf), da scaricare, stampare e inviare all’indirizzo indicato. Ne trovate alcune copie in fondo alla chiesa.
3) è disponibile anche un modulo cartaceo per la raccolta di adesioni “multiple” all’interno di comunità, gruppi o associazioni.
CENEFORUM
Sabato 18 marzo ci sarà il secondo appuntamento con il Ceneforum con la proiezione del film “Il diritto di contare”. Vi ricordiamo che la cena prima della proiezione inizia alle ore 19:30. Prenotazione obbligatoria entro giovedì 16 alle ore 12 a questo link.
LETTURE CONSIGLIATE
Per la Quaresima vi segnaliamo questa intervista (clicca qui) all’Abate Mauro Giuseppe Lepori
TEO E LEO
Teo, Leo e la festa della donna
“Ciao Teo”
“Ciao Leo”
“Hai regalato la mimosa alla amiche?”
“Sì e tu a Martina la stai portando, vedo”
“Ovvio la festa della donna è una bella ricorrenza”
“E poi vale sempre la pena fare un regalo a Martina”
“Chiaro”
“Ma perchè la Festa della donna è celebrata l’8 marzo?”
“Perché l’8 marzo del 1911 a New York più di cento camiciaie morirono bruciate nella fabbrica perchè erano state chiuse dentro”
“Questo è il mito”
“Vuoi dire che non sia così?”
“La festa della donna si comincia a celebrare il 27 febbraio 1909 a New York, dove le donne chiedono il diritto di voto, e continua ad essere tenuta in date diverse all’inizio del XX secolo. Nella Russia zarista le manifestazioni vengono represse anche arrestando gli organizzatori ‘prima’ che venissero tenute. L’8 marzo 1917 a San Pietroburgo la manifestazione per la Festa della donna costituisce l’inizio della Rivoluzione di Febbraio. La data verrà ufficializzata nel ’21 durante la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste, quella data sarà scelta per la ricorrenza della Giornata internazionale della donna operaia (l’iniziale connotazione politica della ricorrenza è estremamente forte). Nel mondo occidentale però la festa non può essere associata alla Rivoluzione. Si produce quindi un mito, quello dell’incendio a New York, del resto mai avvenuto, e altri avvenimenti, più o meno reali, che avrebbero dato il ‘La’ alle proteste. In Italia la prima Festa della donna è stata celebrata il 12 marzo 1922”
“Oh, ma anche la televisione …”
” …sbaglia. E i signori giornalisti si mostrano poco disponibili a cercare la verità”
“Mi sembra cosa di poco conto”
“Eppure ci mostra come la nostra percezione della realtà sia fallace, manipolata a fini politici”
“Ma si può sempre ricostruire la vera storia, se si vuole”
“Appunto, se si vuole, ma si vuole? Davvero siamo disponibili a mettere in gioco le nostre certezze?”
“Che certezze ho da mettere in gioco in questo caso?”
“Pensa come la Festa della donna, secondo la versione ‘sbagliata’, venga posta in relazione ad un avvenimento che ha a che fare con lo sfruttamento capitalistico in America. Questo suggerisce in modo capzioso qualcosa che è in sè plausibile, il lavoro, specialmente quello femminile, era sfruttato, ma suggerisce una chiave di lettura non corretta, come se la promozione femminile fosse qualcosa legata ad una evoluzione della società che abbia come fulcro il movimento per la giustizia sociale”
“E cioè?”
“Secondo te la figura della donna ha da essere letta solo in chiave sociologica?”
“Mi sa che dovrei rispondere di no”
“La promozione della donna sta nel suo essere, prima e dopo la sua posizione sociale, è una questione antropologica”
“Urca, che parolone!”
“Vuol dire che sta al principio del suo essere, non nel suo divenire storico”
“Comincia a girarmi la testa e non è il profumo della mimosa!”
“Voglio dire che possiamo ben festeggiare la donna, ma non nella sua descrizione sociopolitica che è diventata di moda”
“Ah! Bene, credevo di dovermi portare a casa la mimosa!”