E’ venerdì sera. Fa freddo e ha appena nevicato. La stanchezza per la settimana appena trascorsa potrebbe essere un buon motivo per stare a casa. Invece fuori si fatica a trovare parcheggio e il teatro è pieno. Tutti sono lì per ascoltare la storia di Chiara Corbella attraverso il racconto di chi -Gigi De Palo- ha avuto la fortuna di conoscerla. Un incontro dal quale non è possibile non uscire cambiati.
Perché Chiara, nella sua semplicità, è la rappresentazione vivente del “fiat voluntas tua”, “sia fatta la tua volontà”. Nel 2011, un anno prima di nascere al cielo, scriveva: “Nel matrimonio il Signore ha voluto donarci dei figli speciali: Maria Grazia Letizia e Davide Giovanni. Ma ci ha chiesto di accompagnarli soltanto fino alla nascita e ci ha permesso di abbracciarli, battezzarli e consegnarli nelle mani del Padre in una serenità e una gioia sconvolgente. Ora ci ha affidato questo terzo figlio, Francesco che sta bene e nascerà tra poco, ma ci ha chiesto anche di continuare a fidarci di Lui nonostante un tumore che ho scoperto poche settimane fa e che cerca di metterci paura del futuro, ma noi continuiamo a credere che Dio farà anche questa volta cose grandi”.
Chiara -come ci ha ricordato Gigi durante l’incontro- è quella persona che ha saputo trasformare i “se” in “sì”. Nessuno avrebbe avuto più motivi per essere arrabbiato con la vita. Eppure Chiara si è lasciata -non senza umana paura- guidare da Signore. Un “sì” a Cristo che oggi, a sei anni dalla sua scomparsa, continua a generare sempre più frutti. Chi di noi ascoltando la sua storia non vorrebbe vivere con la stessa certezza di Chiara? E’ proprio vero quel che diceva don Giussani: “Il cristianesimo si comunica per invidia”.
Daniele Banfi
Tratto dal SanCarlino di domenica 11 marzo 2018.